Cosa pensate della vita dopo la morte? Per voi è solo un’idea sbagliata o pensate davvero che la morte non sia la fine della nostra esistenza?

La maggior parte degli individui cresce in culture in cui l’introduzione a un credo religioso avviene appena nati, e le possibilità che queste persone mantengano le loro credenze sono davvero alte.

L’impatto sociale, unito ai media di oggi e alla pressione dei coetanei, gioca un ruolo enorme nel plasmare ciò che crediamo, così come nel mettere in discussione ciò che crediamo.

Le persone che sanno solo ciò che la loro religione afferma riguardo alla vita dopo la morte trovano assurdo e in qualche modo divertente ciò che gli altri pensano, e anche poco saggio.

Esiste un modo per dimostrare quali credenze religiose sono giuste e quali sbagliate?

Non conosciamo la risposta, ma vi lasciamo con 5 religioni di diverse parti del mondo e con quello che pensano della vita dopo la morte. In cosa credete?

5 religioni su ciò che accade dopo la nostra morte

Cristianesimo

La morte è considerata la separazione dello spirito senza tempo dal corpo.

Il conforto e il trapasso nel rispetto di se stessi sono desiderati, ma l’idea dei miracoli e della santità della vita può estendere il desiderio di una persona di ricevere cure aggressive.

Tra le religioni cristiane, la Chiesa cattolica pensa tipicamente all’alimentazione e all’idratazione come a cure comuni che devono essere eseguite.

Tuttavia, interventi più ostili, come la rianimazione cardiopolmonare e l’intubazione endotracheale, non sono considerati necessari se non offrono una possibilità pratica di provocare uno stato di benessere o se sarebbero eccessivamente difficili.

I rituali post-mortem differiscono tra le varie confessioni cristiane.

Quando una persona si avvicina alla morte, di conseguenza, è necessario informare il pastore/sacerdote, in modo da poter svolgere i riti e i sacramenti appropriati e iniziare la preparazione del funerale.

I cristiani praticano sia la cremazione che il funerale.

Ebraismo

Gli ebrei credono che la morte sia un processo naturale che deve essere permesso.

Gli ortodossi e alcuni rabbini tradizionali possono considerare l’alimentazione e l’idratazione come trattamenti necessari, ma molti ebrei ritengono che queste procedure non siano necessarie se la morte incombe.

Inoltre, gli ordini di non rianimazione e di non intubazione sono consentiti se la guarigione è improbabile.

Dopo la morte, è necessario chiamare al più presto un rabbino o una cappella funeraria, in quanto è necessaria una pulizia rituale e un funerale puntuale.

Gli ebrei osservanti credono generalmente nell’immortalità. Gli ebrei credono anche nella sacralità del corpo.

Di conseguenza, gli interventi che sfregiano il corpo, compresi gli esami post mortem, sono di solito inibiti a meno che non esista un fattore coinvolgente.

La cremazione non è di norma accettabile.

Islam

La morte è approvata come parte del piano magnifico generale, che segna il passaggio da uno stato di esistenza a quello successivo.

Durante il processo di morte, la terapia deve essere ricercata e anche la sofferenza deve essere eliminata, quando possibile.

La fede nella sacralità della vita può allungare l’assistenza aggressiva, ma la sospensione/ritiro delle terapie di mantenimento in vita è consentita se i medici hanno identificato la morte cerebrale.

Il DNR/DNI è consentito se i tentativi di rianimazione sono inutili.

Quando la morte si avvicina, è comune che i parenti più stretti rimangano vicino al capezzale dell’individuo recitando il Corano.

I musulmani sperano in direzione della Mecca, che si trova a nord-est. Quando è possibile, si porta l’individuo verso la Mecca.

Dopo la morte è richiesta la pulizia rituale, l’avvolgimento e l’inumazione.

La tempestiva compilazione dei certificati di morte può prevenire le angosce familiari.

La cremazione non è consentita.

Il buddismo

I buddisti contano sulla reincarnazione, secondo la quale gli atti delle vite precedenti (karma) influenzano le sofferenze future con il ciclo delle rinascite, con l’obiettivo di porre fine al ciclo e ottenere il paradiso.

I buddisti sono favorevoli a informazioni veritiere e complete sulla morte onesta per consentire la preparazione.

Il prolungamento della vita e la rianimazione in prossimità della morte non sono di norma favoriti.

Una mente chiara al momento della morte è molto importante, poiché lo stato mentale di un individuo stabilisce il tipo di rinnovamento che certamente sperimenterà.

Per questo motivo si potrebbero evitare gli oppioidi e le benzodiazepine.

Il corpo non deve essere disturbato o toccato per 3-8 ore dopo l’interruzione della respirazione, poiché i buddisti ritengono che l’anima non lasci subito il corpo e che possa essere influenzata da ciò che accade al corpo.

Si sceglie la cremazione.

Induismo

Gli induisti credono nella reincarnazione, secondo la quale lo spirito passa attraverso un ciclo di vite successive (samsara) fino alla liberazione dalla reincarnazione, dal dolore e dalle esperienze e all’ottenimento della conoscenza (moksha).

Gli induisti credono inoltre che il karma influisca sul tipo di rigenerazione che un individuo sperimenta.

Pensano inoltre che la sofferenza sia una parte essenziale della vita e che sia il risultato di precedenti attività e pensieri negativi.

Sopportando le sofferenze, un indù può soddisfare il debito finanziario sostenuto per le azioni sfavorevoli del passato.

La morte è considerata un’esperienza del tutto naturale.

Per questo motivo, di solito non si preferisce prolungare la vita in modo innaturale.

Gli induisti desiderano inoltre una mente chiara al momento della morte e potrebbero voler evitare oppioidi e benzodiazepine.

Il sostegno della famiglia è molto importante durante la morte.

Un individuo che si arrende in modo pacifico e volontario è considerato una “grande morte”, che può anche essere aiutata da un ecclesiastico bramino.

Gli indù preferiscono morire in casa, se possibile. Si sceglie la cremazione.